Il tour dei templi si rivelò
abbastanza stancante, Cary Grant mi rimproverava di non essere ancora stato su
una barca, un gozzo, una zattera, insomma qualsiasi cosa che potesse
galleggiare sul mare – eh sì, in un’altra vita deve essere stato un marinaio, poiché
adora vivere il mare dal mare – così decidiamo
di visitare Nusa Lembongan, un vero paradiso per surfisti. Questa piccola
isola offre tutto quello che i visitatori di Bali sognano: chioschi semplici in
spiaggia, birre a poco prezzo, possibilità di fare surf ininterrottamente e passeggiate
al chiaro di luna.
La principale attività della
popolazione di Nusa Lembongan è la coltivazione di alghe, difatti vi sono ampie
zona in cui le alghe vengono distese ad asciugare al sole e tantissime donne
chine nelle basse acque per raccoglierle. Le principali operaie in questo
lavoro sono proprio le donne. La raccolta è finalizzata soprattutto all’alimentare:
le alghe producono una sostanza, la carragenina,
impiegata per la produzione di formaggi, gelati e prodotti dietetici. Non meno
importante è l’utilizzo delle alghe nell’industria cosmetica.
L’ultima escursione fu il tempio di
Ulu Watu,
all’estremità meridionale della penisola Bukit. Questo tempio direzionale e
marino sorge a picco sul mare, in posizione quasi precaria, ma non difficile da
raggiungere. Il momento migliore per visitare questo tempio è il tramonto, poiché
è possibile assistere anche ad uno spettacolo di danza kecak, ossia la narrazione
delle gesta amorose del principe Rama per la principessa Sita. Per arrivare all’anfiteatro
ed assistere allo spettacolo bisogna passare in mezzo a una piccola foresta
popolata dai macachi grigi di cui parlavo nel post precedente, per cui anche in
questo caso è consigliabile badare bene ai propri oggetti personali!
Trascorriamo le serate visitando i
centri più cool dell’isola: Denpasar, Sanur, Seminyak, Kuta e non di
rado ci capita di imbatterci in modelli e modelle famose. Kuta è il posto più frenetico,
più rumoroso e commerciale, ricco di negozi e locali notturni. Decisamente il
più trasformato dall’attività convulsa del turismo, quindi il meno spirituale
di tutti i centri. Seminyak, invece, è il più elegante, appariscente e patinato
dei centri: vi sono negozi biologici, di moda e arredamento in puro stile
balinese, gallerie d’arte, ristoranti ultra costosi e locali dal design più
ricercato.
A volte sembra di calcare le strade più ricercate di Beverly Hills e
Hollywood. Ma tutto questo sembra improvvisamente passare in secondo piano
quando a passare per queste strade non sono più modelle e imprenditori
stranieri, ma balinesi impegnati in processioni religiose. Non c’è nulla di
banale o scontato su questa isola!
Brevi indicazioni:
1. La moneta
locale si chiama Rupiah
2. I Warung sono dei chioschetti che si
trovano facilmente lungo le strade o sulle spiagge e offrono cibo interamente
cucinato dalle persone del posto per pochi soldi.
3. Bali è l’unica
isola induista nel più grande paese musulmano del mondo: l’Indonesia
4. Il periodo
migliore per visitare Bali è quello che va da aprile a settembre poiché
coincide con la stagione secca
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